Jamaica, dal 1911. Nome esotico, lì nel cuore di Brera, per un luogo utopico, quasi una comune che, proprio al centro della pragmaticissima Milano, ha fatto la scelta anticonformista di vivere d’arte e di sogni, di passioni e d’ideali. Complici certo la prossimità con l’Accademia e il clima di rinascita culturale del dopoguerra, che ne hanno influenzato l’evoluzione, non pianificata, da “fiaschetteria” di quartiere, perlopiù frequentata da artigiani e sartine, a bistrot bohémien animato da artisti, intellettuali e flaneur. Ma non solo.
Ancora oggi è lo stare insieme tra le pareti di questo locale che genera un’energia particolare. Al Jamaica si beve e si mangia, certo, ma qui comunicare e condividere sono funzioni altrettanto primarie. Qui la discussione è sale e condimento, e risulta trasversale, non bada granché alle convenzioni, e spesso supera distanze generazionali, barriere sociali, differenze culturali, politiche, ideologiche. Qui ci si sente un po’ più liberi che altrove, e il contatto con il “nuovo” o il “diverso” apre gli orizzonti e alimenta quella creatività di cui c’è fame sempre e ovunque. “Libera università”, “scuola di democrazia”, e “ufficio di collocamento delle idee”, è stato definito il Jamaica. E così ci piace che continui per gli anni a venire.
Per saperne di più
“Ci si vede al Jamaica”. In quanti si sono dati appuntamento qui, tirando tardi fino a notte inoltrata, mescolando chiacchiere da bar e dibattito colto, battibecchi e battute. E in molti sono quelli diventati famosi. Tra questi, solo per ricordarne alcuni, artisti dell’avanguardia contemporanea come Piero Manzoni e Lucio Fontana, scrittori e poeti come Allen Ginsberg e Salvatore Quasimodo, fotografi come Ugo Mulas e Alfa Castaldi.
Non mancano firme del design come Achille Castiglioni e Ettore Sottsass, né della moda come Fiorucci e Pomellato. Sempre stati di casa al Jamaica anche registi e attori come Dario Fo, Paolo Poli e Mariangela Melato, esponenti della canzone d’autore e del jazz italiani come Giorgio Gaber e Renato Sellani.
“Erano tanti, i fotografi, al Jamaica. Come i pittori, gli scrittori, i cineasti, i giornalisti. O, per meglio dire, erano tanti i giovani che si erano messi in testa di fare uno di questi mestieri – e che sarebbero riusciti a farlo, e, in molti casi, anche benissimo. Per chiunque sia nato e cresciuto al Jamaica le loro fotografie più belle restano quelle là, con quattro o cinque giovani molto giovani seduti sulle poltroncine di ferro del “giardino”, o dentro, contro lo sfondo di piastrelle bianche, in vaghe pose sognanti e incomprensibili, davanti a un bicchiere di bianco e ad altre cose – cose invisibili, queste, eppure, a guardare bene, specchiate confusamente nelle loro pupille e magari anche raffigurate come enigmi da quattro soldi nelle pose di quel loro orgoglio inconsistente, fin troppo vulnerabile…”
(Emilio Tadini, dal libro Jamaica. Il caffè degli artisti visto attraverso l’obiettivo dei suoi fotografi. Milano, 2001
Una selezione ampia e accurata con cocktail, vino, bollicine e molto altro ancora
In lista tutti i classici, come il Martini Cocktail, il Negroni e molti altri, e alcune rivisitazioni, come il Jamaica Spritz. Da non perdere i nostri ‘signature drink’, come il Miss Jamaica e il Rosso Usellini, che prende il nome dall’omonimo pittore e storico habitué del Jamaica. Tra le specialità anche il Tè Jamaicano al rhum, ispirato alle atmosfere brumose del film di Hitchcock La Taverna della Jamaica (che è all’origine del nome del locale), e ideale per riscaldare i pomeriggi invernali milanesi.
Portiamo in tavola Milano con classici che conservano il gusto familiare della tradizione
Una cucina di casa calda e accogliente che offre piatti intramontabili. Dal risotto allo zafferano alla cotoletta di vitello impanata, senza dimenticare ricette sfiziose come il riso ‘al salto’ e i mondeghili che, ricavati da scarti e avanzi, una volta erano considerati poveri e oggi invece semplicemente ‘sostenibili’. Molte in menù le verdure di stagione, preparate in tanti modi diversi, dalla torretta di melanzane al tortino di carciofi e patate. Per spuntini veloci, sono ideali l’Insalata Jamaica e il Radicchio Tardivo alla Mainini oppure i carpacci. Difficile poi resistere ai dolci, con una selezione che abbraccia un po’ tutta l’Italia, dalla Torta Caprese al Pasticciotto pugliese fino al tartufo di Pizzo.
Il Jamaica ha fama di posto ‘cult’, e non solo a Milano. Trascende le mode e è inclusivo al punto giusto perché accoglie tutti e sentire fuori luogo nessuno. Per questo molti brand e agenzie di comunicazione scelgono il Jamaica come set per realizzare spot e shooting fotografici, mentre editori e gallerie d’arte amano promuovere qui libri e mostre. Gucci, Pomellato, Rai Cultura, Repubblica, Corriere della Sera, Vogue, Longanesi, Rizzoli, sono alcuni tra i nomi con i quali il Jamaica ha collaborato in questi anni.
Qui l’atmosfera è decisamente informale e ci si sente un po’ come a casa, è facilissimo fare due chiacchiere anche se non si è in compagnia o si vuole ingannare il tempo in attesa di qualcuno (punti strategici il bancone e la ‘piccola svizzera’, ossia il tavolo a lato del pianoforte). Se invece siete in cerca di una location per una festa, un compleanno, un matrimonio o altro, avete trovato il posto giusto: saremo felici di organizzare per voi quanto desiderate, dall’allestimento al catering, alla musica.
Il Jamaica è stato tra i primi piano bar aperti a Milano alla fine degli anni ’60, e qui hanno suonato sia nomi noti che nuovi talenti. Nel film ‘La vita agra’ (1964) Enzo Jannacci cantava accompagnandosi con la chitarra in mezzo al locale stracolmo di gente. Il jazzista Sellani amava invece improvvisare al pianoforte d’angolo sotto lo specchio, pianoforte tra l’altro sempre disponibile per chi desideri fare un po’ di musica, magari nelle serate dedicate al karaoke.
Quartier generale della comunità creativa milanese, Brera ha accolto decine di artisti, docenti, critici e galleristi. E al Jamaica, che sia appesa alle pareti o discussa a tavolino, l’arte è una presenza costante, ’nutrita’ ospitando periodicamente mostre e eventi culturali. Da noi espongono gli affermati ma anche gli emergenti, con una molteplicità di stili e linguaggi diversi, dalla pittura alla ceramica, dalla fotografia alla grafica.
Via Brera 32
20121 Milano
Tel. 02.876723
info@jamaicabar.it
@jamaicabarmilano
da lunedì a domenica
dalle 10.00 alle 02.00
Via Brera 32
20121 Milano
Tel. 02.876723
info@jamaicabar.it
@jamaicabarmilano
Aperto da lunedì a domenica
dalle 10.00 alle 02.00